Bayenga è un villaggio nella parte nordorientale della Repubblica Democratica del Congo, circondato dalla foresta pluviale e nelle vicinanze della Riserva Forestale degli Okapi (RFO). I missionari della Consolata vi lavorano dagli anni Novanta concentrandosi in particolare sul lavoro con i pigmei bambuti.
La popolazione presente sul territorio della missione conta circa 17 mila persone, di cui 14 mila di etnia bantu. I pigmei sono tremila, suddivisi in trentatré campement (accampamenti, insediamenti).
I campement cominciarono a sorgere negli anni Ottanta, quando il governo dell’allora presidente Mobuto Sese Seko cercò di sedentarizzare i pigmei costringendoli a uscire dalla foresta – dove vivevano di caccia, pesca e raccolta spostandosi di continuo per seguire la selvaggina – e a stabilirsi lungo la strada che collega Wamba a Nia Nia.
In questo processo i pigmei non ricevettero alcun sostegno e furono lasciati a sé stessi. Di fatto, il loro stile di vita ne risultò stravolto: sradicati dall’ambiente che conoscevano e nel quale sapevano muoversi, non potevano più contare solo sulla caccia – che richiede spostamenti continui nel folto della foresta – né avevano mezzi alternativi per garantirsi la sopravvivenza.
Il rapporto con l’etnia maggioritaria si fece sempre più disequilibrato e, ancora oggi, i bantu ritengono i bambuti esseri inferiori, da impiegare come servi per i lavori più umili. A loro volta, i pigmei hanno sviluppato una sorta di dipendenza dai bantu, ai quali si rivolgono per vendere la cacciagione, la frutta o il miele che trovano nella limitata parte di foresta a cui hanno ancora accesso.
A complicare la già non facile situazione interviene poi un altro fattore: lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo nella foresta intorno a Bayenga, ricca di miniere d’oro e di altri metalli. La presenza di imprese minerarie, congolesi e soprattutto straniere, interessa diverse aree di quello che sarebbe un parco protetto, la Riserva Forestale degli Okapi. Come succede in quasi tutto il Congo, lo sfruttamento delle risorse avviene in un contesto di totale mancanza di controlli e i gruppi che traggono guadagni dall’estrazione – dai minatori informali alle grandi compagnie passando per l’esercito congolese e i gruppi ribelli – non esitano a usare la violenza per allontanare eventuali testimoni scomodi dei loro traffici.
La scuola itinerante
Le difficoltà di relazione fra i due gruppi comincia a manifestarsi sin dalla scuola primaria: i bambini pigmei, le cui famiglie spesso non possono permettersi di comprare ai piccoli uniformi e scarpe, diventano oggetto di scherno e finiscono spesso per abbandonare la scuola, vinti dal senso di inadeguatezza e di inferiorità rispetto ai loro compagni bantu. Su cento bambini pigmei, solo cinque o sei finiscono il corso di studi primario.
La scuola itinerante di Bayenga propone ai bambini pigmei di 33 campement un percorso pre-scolare che tiene conto anche delle specificità culturali del popolo mbuti, per il quale l’apprendimento non coincide con l’ascolto di una lezione stando seduti in una classe ma viene in primo luogo dall’osservazione degli adulti e delle attività legate alla vita quotidiana, dalla fabbricazione di un arco alle tecniche per pescare. La didattica è incentrata su temi ed eventi legati alla vita quotidiana nel campement e coinvolge i bambini in un percorso interattivo basato sul gioco, sul disegno e sul racconto: i piccoli imparano così, a poco a poco, a relazionarsi con un insegnante, a padroneggiare concetti relativi a dimensioni, distanze, qualità degli oggetti e a riconoscere e utilizzare segni grafici, numeri e lettere. L’obiettivo è quello di mettere i piccoli in condizione di entrare nella scuola primaria mista avendo già a disposizione degli strumenti di base che riducano lo shock culturale e il senso di inferiorità, aiutandoli a creare le basi per un rapporto con i compagni bantu non più sbilanciato e conflittuale.
Vuoi saperne di più?
Leggi su Missioni Consolata di giugno 2017 l’articolo Pigmei, scuola foresta: un momento difficile
Leggi su Missioni Consolata di ottobre 2012 l’articolo Echi dalla foresta
Visita la pagina che AmiCo ha dedicato al progetto Scuola itinerante di Bayenga
Leggi il rapporto Exploiter (dans) le désordre, della Commission Diocésaine Justice et Paix della Diocesi di Wamba, della rete Haki na Amani e di PAX (Pax Christi Pays-Bas e conseil de paix des Églises Néerlandaises), in francese